tag:blogger.com,1999:blog-27456412041131773902024-03-08T12:50:45.624+01:00Comunque.A salvaguardia dell'entropia.Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.comBlogger72125tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-38537757097047033172010-04-20T09:30:00.006+02:002010-07-26T10:20:19.516+02:00La gravita' in assenza di tempo e suoi derivati<font size="3">Ho un dilemma.<br />Ho un dilemma che l'altra notte non mi ha fatto dormire, sfruttando un buon gioco di squadra con i tre litri di birra di poche ore prima.<br />Ho un dilemma, e vado ad esporlo.<br /><br />La gravita' in assenza di tempo.<br />Poniamo che io abbia la facolta' di fermare il tempo, bloccando tutte le cose et cetera, ed essere l'unico a riuscire a muoversi in tale situazione. Come nei film insomma, il piu' classico dei superpoteri di bloccaggio del tempo, per capirsi.<br />Ecco, mettiamo che nel momento in cui fermo il tempo ci sia un pallone a mezz'aria in apparente fase di caduta, fase che evidentemente perde non esistendo piu' un prima e un dopo nella situazione attuale di tempo bloccato. Adesso mettiamo che io prenda quel pallone e lo sposti un metro piu' a sinistra, sempre a mezz'aria.<br />E adesso come la mettiamo?<br /><br />Se il pallone cade [consecutio temporum ad casum] significa che la gravita' resiste, ma questo non spiegherebbe il fatto che il pallone sia rimasto bloccato al mio schiocco di dita (si, il potere si attiva schioccando le dita) e non abbia invece proseguito la fase di caduta. Cosa che peraltro toglierebbe tutta la figosita' del potere in questione. L'ipotesi uno e' quindi da scartare.<br /><br />Ora, se invece il pallone non cade, siamo in una situazione in cui non si e' fermato solo il tempo, ma pure la gravita'. Questo quindi porterebbe il mio organismo a collassare nel giro di pochi minuti, io che mi sto muovendo in assenza di tempo. E questo toglie mooolta figosita' al potere in questione. Senza contare il fatto che, non essendoci gravita', io potrei sollevare un camion senza fatica alcuna, e insomma, dove s'e' mai visto che io possa sollevare un camion con una mano. Cioe', sarebbe un po' irreale.<br />Dunque sono tentato di scartare pure l'ipotesi due.<br /><br />Il tutto tra l'altro mi fa pensare ad una corrispondenza biunivoca tra tempo e gravita', il che pero' non spiegherebbe il mio 4 in fisica quando scelsi 'secondi' come unita' di misura per la gravita'.<br /><br />E infine il tutto mi fa constatare che, e questo e' il motivo principale per cui non riuscivo a dormire, Marty McFly in realta' non viaggiava nel tempo.<br />Grande Giove!<br /><br /><em>"La birra applicata ad una mente matematica la porta a scadere nella volgarita' della fisica." (cit.)</em><br /></font><font size="1"><br />Non e' una citazione, e' una frase che mi sono appena inventato, ma messa in corsivo tra virgolette fa tutto un altro effetto.</font><br /><br /><font size="3">Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-72041642633538005672010-03-20T15:12:00.003+01:002010-03-20T15:14:26.935+01:00Genuinita'<font size="3">Genuinita' e' mio nipote di 3 anni, che mi corre incontro gridando <br />Oggi e' mio compleanno! Zio, oggi e' mio compleanno! Cosa mi hai regalato?</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-43102860162247098172010-02-22T21:21:00.004+01:002012-02-01T11:04:47.685+01:00Romanzo giapponese<font size="3">Riyla amava volare. Non volare veramente, intendiamoci, non aveva super poteri, lei. Lei volava con la mente, e quando volava non ti stava mai a sentire, sorrideva e basta. Teizu non poteva fare a meno di farglielo notare, e si può capire. Ogni volta, ogni santissima volta lui le stesse parlando Riyla partiva, partiva e volava lei solo sa fino a dove. Teizu non sopportava quando faceva così, si arrabbiava e ogni volta, giuro, ogni volta, decideva che sarebbe stata l'ultima chiaccherata con quell'antipatica. Lo diceva, si, ma poi ci ricascava il giorno dopo. Ogni volta.<br />Questo fino a quando incontrò Nagate. Nagate non era certo migliore di Riyla, ma faceva parte di quella parte della scuola che si faceva chiamare Koshiga, e non c'era un ragazzo in tutta Sakoto che non volesse far parte di Koshiga. Per cui, quando Nagate cominciò ad avvicinare Teizu, lui si dimenticò in un istante di tutti i pomeriggi passati con Riyla, e qualche settimana dopo già non si salutavano più. Nonostante la promessa.<br />Teizu non aveva dimenticato la promessa che aveva fatto a Kidora, ma gli sembrava che dopo due anni avesse tutto il diritto di continuare per la propria strada, di vivere la propria vita. Riyla ovviamente non sapeva nulla della promessa tra Teizu e Kidora, anzi, neppure sapeva che fine avesse fatto Kidora. Credeva se ne fosse andata con Sasome, per fuggire e dimenticare Higasa e tutta la loro storia. Higasa. Lui e Rabu non erano cambiati di una virgola in tutti quegli anni. Se ne stavano sempre lì, all'entrata di scuola, assieme a Gadezu e ho finito i nomi.<br />Dannati romanzi giapponesi, continuano ad aggiungerti personaggi senza dire niente, che uno la storia se la deve inventare praticamente. E per forza che poi piacciono.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-79666592743884655302010-02-16T13:16:00.010+01:002010-02-16T13:43:55.111+01:00"Per una porta che si chiude, se ne aprono altre mille"<font size="3">No. Per una porta che si chiude si chiude una porta.<br />Perche' si aprano altre mille porte si dovrebbe essere in una stanza depressurizzata, in modo che l'azione di chiudere una porta provochi uno spostamento d'aria tale da sospingere le mille all'estremita' opposta, che comunque dovrebbero gia' essere socchiuse.<br />Oppure dovrebbero essere tutte legate a questa porta che si chiude con una corda, ma [controindicazione uno] le porte laterali si aprirebbero pochissimo, diciamo di un apertura insignificante che porterebbe quindi a ridurre il numero di porte che effettivamente si aprono, e [controindicazione due] raggiungere poi una qualunque delle altre porte con tutte quelle corde a mezz'aria risulterebbe piuttosto complicato.<br /><br />Poi volendo, se prendiamo per vero il butterfly effect, ovvero che un battito d'ali di farfalla puo' provocare un uragano dall'altra parte del mondo, giungiamo alla felice conclusione che si possono aprire altre mille porte chiudendone una, ma sarebbero tutte dall'altre parte del mondo, circa. E quindi, oltre all'ovvia difficolta' di riconoscerle, si pone quella non meno importante di raggiungerle. Che se pago 800euri un biglietto aereo un po' ci penso, che con meta' soldi la porta di prima la butto giu'.<br /><br />L'unica scappatoia che vedo, che pero' porterebbe all'assunto "per una porta che si chiude se ne apre un'altra", e' la seguente: due stanze rettangolari, tangenti in un solo angolo a formarne uno di 90 gradi, con un entrata ciascuna collocata su tale angolo ma un'unica porta (cfr. Figura 1). A questo punto chiudendo una porta si apre (la stessa) per l'altra stanza. Il fatto che si dica che se ne apre un'altra, e non la stessa, e' facilmente aggirabile puntando sul fatto che il sistema di riferimento e' chiaramente diverso.<br />Nasce pero' un inconveniente non considerato: chiudendo la porta mi ritrovo confinato in una stanza e non posso sfruttare la porta aperta. Ma tanto mica c'e' scritto nel proverbio.<br /><br />Comunque.</font><br /><br />Figura 1:<br /><span class="Apple-style-span" style="color:white;">.</span>___<br />|<span class="Apple-style-span" style="color:white;">......</span>|<span class="Apple-style-span" style="color:white;">.............</span>Le stanze confinano con un angolo, in cui ci saranno<br />|___ /<span class="Apple-style-span" style="color:white;">...</span>__<span class="Apple-style-span" style="color:white;">....</span>le due entrate, ma una sola porta.<br /><span class="Apple-style-span" style="color:white;">.........</span>|<span class="Apple-style-span" style="color:white;">......</span>|<br /><span class="Apple-style-span" style="color:white;">.........</span>|___|Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-14711249472134126132010-02-12T12:58:00.004+01:002010-02-12T13:33:43.809+01:00Cosa [non] faro' da grande<font size="3">Da grande, ahime', non so cosa faro', ma so di certo cosa non faro'.<br /><br />Da grande non faro' il drogato: ho paura degli aghi e odio ingoiare pastiglie. Fuori discorso "aspirare" qualcosa col naso, bleah.<br />Da grande non faro' l'adolescente: non l'ho fatto da adolescente, figuriamoci.<br />Da grande non faro' il serio, o perlomeno non come occupazione principale. Ovviamente sto scherzando.<br />Da grande non faro' il faro: un'anafora per spezzare la monotonia.<br />Da grande non faro' la figura retorica: non capisci mai i discorsi dei tuoi colleghi.<br />Da grande non faro' il bambino prodigio: troppe responsabilita', implicherebbe fare il serio come occupazione principale.<br />Da grande non faro' goal: mi piace pensare di rimanere coerente in certe scelte.<br />Da grande non faro' quello che faro' da grande, lo fanno gia' tutti.<br />Da grande non faro' il supereroe, mettetevela via: le tutine attillate mi fanno ribrezzo.<br />Da grande non faro' progetti su cosa faro' da piccolo.<br />Da grande, comunque, non faro' dei post come questo. Spero.<br /></font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-21104011894573944362010-01-27T12:26:00.005+01:002010-01-27T12:35:16.899+01:00Prima di contare, parla fino a 10<font size="3">Sottotitolo: <br />Saggio breve sull'importanza dei numeri e sul far di conto.<br /><br />Tesi:<br />Ci si indegna di fronte al mancato uso del congiuntivo ma nessuno spende una parola sul fatto che l'85% della popolazione deve usare una macchinetta per contare quante scatole ci sono in una confezione da 3X4.<br /><br />Antitesi:<br />Non pervenuta.<br /><br />Confutazione dell'antitesi [ovvero tocca di nuovo a me]:<br />Non usate le macchinette. Le macchinette sono il male.<br /><br />Lo svolgimento un altro giorno.<br /><br />Bonus:<br /><object width="450" height="300"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/5gIuMoWPAio&hl=it_IT&fs=1&color1=0xe1600f&color2=0xfebd01&border=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/5gIuMoWPAio&hl=it_IT&fs=1&color1=0xe1600f&color2=0xfebd01&border=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="450" height="300"></embed></object><br /></font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-40539977269608703542010-01-19T12:38:00.002+01:002010-01-19T12:42:36.730+01:00La teoria della troppa intelligenza<font size="3">Ecco, io ora vorrei spezzare una lancia (<a href="http://comunquepunto.blogspot.com/2009/07/black-list-dellitaliano-per-come-la.html">#24</a>) a favore del mio intelletto, giusto per non passare per l'idiota di turno ogni volta che.<br /><br />Il mio apparente, perchè tale è, apparente, non effettivo o concreto, apparente, che appare ma che invece non è, ecco, il mio apparente problema è che spesso non capisco i libri o i film. La fine soprattutto. Diciamo che apparentemente, e non voglio soffermarmi oltre sull'importanza di questo avverbio, apparentemente non riesco a collegare alcune scene o a coglierne la relazione o. Ma spesso eh.<br /><br />Ecco, quello che voglio dire io è che questo, chiamiamolo inconveniente, questo inconveniente non è dovuto al fatto che non ci arrivo ma, anzi, al fatto che sono troppo avanti. E qui, chi ha le mia capacità ovviamente non ha colto il punto, ma chi ci arriva un po' meno magari ha già capito. <br />Il punto è che la mia intelligenza mi porta ad esplorare scenari che le altre menti, pat pat, non possono neanche immaginare (cit.); se un film narra una storia che per finire come finisce presuppone una penultima scena da intuire (statemi dietro eh), diciamo, ecco, io mi creo dodici pre-finali che possono "fittare" il finale del film [ho già detto che l'italiano necessita di un verbo come questo? credo di si. Ma non lo dirò mai abbastanza. Da <em>to fit</em> comunque.]; dicevo, dodici pre-finali eccetera, e avendo io a disposizione dodici possibili scelte contro la sola delle altre [pat pat] menti, a volte mi trovo in difficoltà nell'interpretare quale delle dodici il regista ha effettivamente messo in atto. Regista che spesso ha una mente pat-pat, visto che le altre menti pat-pat spesso indovinano.<br /><br />Ecco, solo per esprimere una volta in più la mia superiorità intellettuale, anche e soprattutto quando sembro idiota.<br />Ah, è sempre bello quando l'intelligenza si accoppia con l'umiltà e si concretizza in un'unica persona.<br />Grazie pubblico.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-63072456870111774272010-01-15T13:14:00.004+01:002010-01-15T16:33:18.092+01:00Gli scacchisti son tutti matti<font size="3">In fretta e furia ma questa merita tutta.<br /><br />Entro in un'aula che essendo libera si era trasformata in aula studio/svago. <br />Sulla cattedra c'erano due matematici che stavano giocando a scacchi. Bello.<br />Scacchiera semi-vuota, diciamo che meta' pezzi avevano gia' detto la loro e si erano messi in disparte. Diciamo che saran stati li da un tre quarti d'ora.<br /><br />E niente, la partita prosegue in un sacrale silenzio, ogni tanto alzo gli occhi per gustarmi un po' la scena; l'atmosfera ne guadagna ed e' senza dubbio affascinante.<br />Ecco, passa circa un'ora che si sente un "aaah" da parte del sconfitto, a decretare la vittoria dell'avversario. Breve scambio di battute e stretta di mano a sugellare la fine del match e.<br /><br />- "La rivediamo?"<br /><br />BOOM.<br /><br />Hanno ripercorso la partita in 16x o 32x, ogni tanto uno muoveva anche i pezzi dell'altro se questo non si ricordava, ogni tanto si fermavano con un<br />- "Ecco vedi, qui avevo anche pensato di fare cosi', ma poi c'era questo e quest'altro"<br />- "Eh si, poi avrei fatto cosi' e cosi' e..."<br />Avanzavano un po' con le mosse per confermare che la scelta era sbagliata e tornavano ad una situazione che rispecchiasse uno stato della partita.<br />E via cosi' fino allo scacco matto finale.<br /><br />Cinque minuti di assoluta follia; sono ancora troppo scosso per poter commentare adeguatamente.<br />Comunque.<br />Comunque?!<br />Eh si, comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-45708059028634553422010-01-10T11:34:00.005+01:002010-01-10T11:40:17.486+01:00Che ti fa passar la voglia di suonare<font size="3">Che ok, che veloce e' piu' facile che lenta e questa e' troppo veloce, e ok, non e' pulitissima, che ok, magari la sapete fare anche meglio, ok.<br />Ma quando parte con l'improvvisazione, provate a ripetervi che sto bimbo ha 10 anni.<br />Che se io a 10 anni suonavo cosi' mica lo aprivo sto blog a sta ora.<br /><br /><object width="380" height="315"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/KJR7VZ7i-uo&hl=it_IT&fs=1&color1=0xe1600f&color2=0xfebd01&border=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/KJR7VZ7i-uo&hl=it_IT&fs=1&color1=0xe1600f&color2=0xfebd01&border=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="380" height="315"></embed></object><br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-23966143793186278952010-01-04T10:16:00.003+01:002010-01-04T10:40:59.071+01:00Quando hai sempre creduto che fosse uno a fare quella cosa e invece era un altro...<font size="3">...poi quando lo scopri ci resti male. Ma male male.<br /><br />Prendete la mia situazione. Io ho un album preferito, <em>Latenight - Live at the Blue Note</em> di <em>Dave Brubeck</em>. E scusa se e' poco [e' il sottotitolo].<br />Questo Dave Brubeck spesso suona col suo Dave Brubeck Quartet, che poi sta mania di chiamarli Quartet con davanti il nome di uno proprio non la capisco. Voglio dire, gli altri tre mica son buzzurri che stanno ancora imparando a suonare, sono dei musicisti da Hall of Fame. Mi domando sempre come possano accettare sti nomi.<br /><br />- We, stavo pensando al titolo del gruppo. Voi che dite?<br />- Mah, io pensavo ad un "I pescecani", perche' tutti e quattro siamo aggressivi.<br />- Beh, bello. Io pero' pensavo a "Gli scavalcatori", perche' tutti e quattro andiamo oltre.<br />- Io invece pensavo Dave Brubeck. Toh, aggiungiamoci un Quartet perche' tutti e quattro siamo in quattro.<br /><br />Bah, proprio non me ne capacito. Che poi, infatti, spesso gli altri tre si staccano e si fanno un loro Quartet. Col loro nome. Mah.<br /><br />Comunque, dicevo, anche sto album l'ha suonato col suo Quartet, che storicamente comprendeva, tra gli altri, Paul "se nascevi nero Charlie Parker ti portava il sax" Desmond. Serve dire che quest'ometto e' una fabbrica di emozioni in piena regola? Serve. Diciamolo. L'ho detto.<br /><br />Ecco, a questo punto, ed era pure ora, arriva il misfatto. Io ho sempre creduto che l'autore di tutte quelle improvvisazioni fosse niente meno che Paul "smooth e' l'anagramma del mio nome" Desmond, eqquindi gli avevo dedicato una piazza al centro della mia mente. Non proprio al centro, a sud di piazza Del Piero per capirsi. Vabe, dicevo, e cosa mi scopro ieri? Ieri in un momento di boh, ho scoperto che in realta' non e' lui che suona il sax [ARGH] ma un qualunque Bobby Militello. Che, per carita', resta bravo e si rifa' in tutto e per tutto al suo stile, suo di Paul "non sono Bobby" Desmond, ma non sono la stessa persona. Non lo sono, capite? Cioe', no.<br /><br />Voi come vi sentireste? No dico, voi come vi sentireste? A scoprire che il vostro eroe, quello che vi fa sognare ogni volta che lo ascoltate, in questo caso, in realta' non e' lui? Eh? Cioe', eh?<br /><br />Ecco, pure io.<br />E' un colpo troppo grande. Credo che alla fine in quell'album, per me, suonera' sempre Paul " * " Desmond.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-48847516614029980492010-01-03T14:17:00.004+01:002010-01-03T14:29:29.574+01:00Casualita' premeditata<font size="3">La modalita' random/shuffle che sceglie le canzoni perfette. Casuale per un attimo, ma indubbiamente pianificato nel tempo.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-86143613868967086712009-12-29T17:59:00.004+01:002009-12-29T18:22:29.602+01:00Resoconto di Natale e dintorni<font size="3">+ Una chitarra nuova.<br />- Cinque giorni di studio programmato buttati.<br />+ Una camera l u c i d a t a a n u o v o .<br />- Tre giorni passati tra la polvere.<br />+ Una chitarra nuova acustica amplificabile aka WOW.<br />- Mancano otto giorni ai due esami.<br />- Cinque giorni in cui ho rimandato alcune faccende che dovevo fare assolutamente entro il 18.<br />- Meno voglia di prima di farle.<br />+ Una chitarra nuova, che suona bene anche se la suono io.<br />- Chili di roba da smaltire correndo al freddo e al buio.<br /><br />Ci aggiungo un + Una chitarra nuova, giusto per provare a riequilibrare.<br />'Till in svantaggio.<br /><br />Vabo', aggiungiamoci sto matto che ha deciso di venire al mondo anche quest'anno, sapendo gia' come andava a finire e come andra' avanti. Va che ne sai, eh. <br />+ + [...] + +<br /><br />E quindi Natale in positivo anche quest'anno. <br />E poi c'e' chi sostiene che vivere sia impegnativo. Pfui.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-30221074310420895282009-12-22T10:41:00.005+01:002009-12-22T12:38:35.238+01:00So what? [Quindi come la mettiamo?]<font size="3">Basta una giornata per mettermi definitivamente alle corde. Sto cambiando, ed e' come conoscere una persona nuova: a tratti mi piaccio, a tratti preferivo quello di prima.<br /><br />Cominciamo dal fatto che io non ho mai sofferto il freddo, e quando dico mai intendo dire che se lo soffrivo un po' mi piaceva. Ecco, ieri, e il giorno prima, e quello prima ancora, avevo un freddo cane [<a href="http://comunquepunto.blogspot.com/2009/07/black-list-dellitaliano-per-come-la.html">#22</a>]!<br />Potremmo pure passare all'oggettivita' del freddo, nel senso che si era in doppia cifra sotto zero, che quando parlavi con uno sentivi un blocco di respiro sbatterti in faccia. Che e' un po' l'unica occasione che hai di buttar giu' un vin brule' di botta.<br />Che poi, pensavo a qualche mese fa quando un canadese mi diceva che in centro Ottawa [nel centro abitato di una citta', non in Alaska!] loro avevano in media 35/40 gradi sottozero [in media!], e che due anni fa erano arrivati a meno cinquantatre [meno cinquantatre!]. Tipo il freddo che ho io meno quaranta gradi [quaranta!]. <br />Uhm, le ripetizioni tra parentesi per enfatizzare cominciano un po' a seccarmi. [...]<br />Comunque dell'oggettivita' non me ne faccio niente, come spesso accade. E mi preferivo quando non soffrivo il freddo. Uno a zero.<br /><br />Punto due [no, non sto andando a punti, ma tant'e'], ieri sono andato pure all'H&M a prendermi qualcosa da vestire, visto che il pigiama che indossavo notte e giorno [allenamenti di calcio ed esami inclusi] cominciava un po' ad andarmi stretto.<br />Ma quant'era comodo!<br />Comunque, mi son quasi divertito, che c'avrei passato tutto il pomeriggio a provarmi questo e quello. E in genere quando qualcuno mi diceva una frase del genere sbuffavo, provando un misto tra pieta' e ribrezzo, appoggiando mentalmente la mano sulla sua spalla. E niente, mi son preso solo due maglioncini un po' british, ma ci stavo proprio bene la dentro.<br />E niente, mi sa che pian piano cambiero' un po' stile. Anche se il giorno che mi prendero' un paio di scarpe *esclusivamente* eleganti, potrei togliermi il saluto. A parte questo, per il resto e' un aspetto che mi piace.<br /><br />Uno a uno. <br />Ce ne avrei pure un'altra* di differenza, piu' caotica/profonda/pallosa, ancora da risolvere, ancora da capire. La tengo per l'anno nuovo.<br /><br />Ah, i The Strokes con Is this it spaccano! <br />[Un giorno scrivero' un libro sulla captatio benevolentiae moderna, associandola alla possibilita' di farsi offrire una birra. Intanto sperimento.]<br /><br />Anyway. [vedete, sto gia' cambiando!]<br /><br />*EDIT: su segnalazione, mancava l'apostrofo di un'altra. Una volta non l'avrei mai mancato. Due a uno.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-82350196836331182092009-12-19T10:19:00.004+01:002009-12-19T10:34:57.576+01:00La neve e' bella, anche se<font size="3">La neve e' bella. E' bello vedere tutto bianco, e' bello osservarla mentre fiocca giu', e' bello scendere in strada e tendere l'orecchio alla ricerca di un rumore che non arriva, un rumore che dovrebbe portarci via da quel silenzio irreale.<br />Tutto molto bello, pero':<br /><br />i primi sessanta centimetri devono scendere in blocco, sbam!, e poi comincia pure con tutta la figata della neve eccetera eccetera, pero' all'inizio, sbam!, che finche' ci sono quattro cinque centimetri da fastidio; non e' abbastanza per usarla come scusa per restarsene a casa, e dover camminare su quell'insidia senza potersi "sporcare" e' una sofferenza assurda. Che poi adesso devo pure liberare il vialetto, ci fossero sessanta centimetri me la metterei via con il cuore in pace, e invece no.<br /><br />Certo, potrebbe essere complicato da gestire un blocco unico da sessanta centimetri di neve che scende, ma ne varrebbe sicuramente la pena. All the life.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-47853521321253001452009-12-16T18:03:00.003+01:002009-12-16T18:10:23.096+01:00Periodo rap/hip hop<font size="3">Ogni tanto torna, stavolta pero' ho deciso di approfondire qualche artista contemporaneo italiano, e ho cominciato con Kiave. Bella li.<br /><br />Solo per avvisarvi, visto che temo vedrete citazioni girare un po' a caso nei prossimi post, qualcosa come "gente che va avanti per inerzia e continua, pensa che per andare contro corrente deve staccare la spina" [Kiave - Diggin'].<br /><br />Arrivo al dunque,<br />Comunque.<br />Yo.<br /></font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-60441550681379597012009-12-14T12:58:00.003+01:002009-12-14T13:16:15.064+01:00Solidarieta' alle guardie del corpo<font size="3">Fondamentalmente mi sento di condannare il sig. Massimo Tartaglia, a.k.a. colui che ha attentato all'incolumita' del sig. Berlusconi. Perche' chiamatemi moralista [che non ho ancora capito perche' dovrebbe risultare offensivo. E' motivo di sdegno avere dei valori morali?] ma non approvo la violenza in ogni sua forma, la considero una sconfitta. <br /><br />E pero', onorevole cavaliere, la mi consenta: se le va anche a cercare, eh.<br />Che se fossi io una sua guardia del corpo mi girerebbero un po' i maroni, che io la devo difendere e poi lei continua a sparare boiate e a provocare la gente. E allora scusa, mica ti posso difendere in una gabbia di leoni se tu continui a tirargli la coda, eh!<br />Massimo rispetto e solidarieta' alle guardie del corpo del sig. Berlusconi. Ma solo a quelle che hanno il privilegio di essere dotate di intelleto.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-91557464420015503822009-12-12T13:57:00.005+01:002009-12-12T14:07:49.196+01:00Paradosso della genialita'<font size="3">Fossi un genio non dovrei imparare a memoria tutte 'ste dimostrazioni, me le ricaverei ogni volta. D'altra parte, riuscissi ad imparare a memoria tutte 'ste dimostrazione sarei un genio, e a quel punto non avrei piu' bisogno di impararle a memoria.<br />Paradosso della genialita'.<br /><br />A quanto pare dunque per passare questo esame dovro' risolvere un paradosso.<br />Certo, risolvessi questo paradosso sarei un genio, ma se fossi un genio non avrei bisogno di risolvere questo paradosso per passare l'esame.<br />Paradosso del paradosso della genialita'.<br /><br />Paradosso dell'infinita' dei paradossi della genialita'.<br />E qui siamo all'assurdo, il che vuol dire che la nostra ipotesi di partenza era errata, quindi non c'e' modo di passare questo esame.<br /><br />Tutto questo anziche' studiare. Un genio.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-72533700300392178652009-12-04T18:32:00.003+01:002009-12-04T18:42:29.084+01:00La carrozza del silenzio<font size="3">Io, per quel che mi riguarda, non mi dispiacerebbe mica una carrozza del silenzio. <br />Un vagone del treno che ci sta solo chi ha intenzione di star zitto, cosi' uno puo' dormire, puo' studiare, puo' pensare, senza doversi sorbire la descrizione dettagliata del fine settimana di una post-adolescente o la cronaca in diretta della partita di carte dei sedili a fianco. <br />Io, per come la vedo io, lo vedrei proprio bene un vagone di questo tipo qua. <br /><br />Ovviamente si entra solo con un biglietto timbrato o un abbonamento valido, che sentirsi battere sulla spalla dal controllore nel pieno della fase r.e.m. e' qualcosa che onomatopeicamente parlando si potrebbe rappresentare con un doppio-sgrunt. Che poi io comunque non dormo mai in treno, eh.<br /><br />Credo che mi mancheranno i viaggi in treno. <br />Ma ho ancora tempo.<br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-68377451963288752192009-12-03T18:07:00.002+01:002009-12-03T18:09:32.705+01:00Il popolo del treno - il lettore<font size="3">Oggi comincerò una saga riguardante il magico mondo dei pendolari, ovvero tutti quei personaggi che per diletto o dovere prendono il treno ogni giorno o quasi. La categoria scelta per la prima puntata è quella dei cosidetti lettori.<br /><br />Il lettore medio prende posto vicino al finestrino, e vi si appoggia con la testa. Spesso sorregge il libro con la mano sinistra, mentre quella destra è impegnata a massaggiare le meningi o a sostenere il mento. E' talmente immerso nella lettura che sembra non badare alle chiacchere di chi gli siede davanti; solo ogni tanto socchiude il libro, alza la testa e guarda fuori, quasi a ripercorrere i tratti salienti della storia che lo sta intrattenendo. Come se il libro lo stesse scrivendo lui. <br />Poi improvvisamente ricomincia.<br /><br />Considera gli altri passeggeri come parte del romanzo, non li disprezza dall'alto del suo ruolo ma anzi, a volte li osserva affascinato. Se uno sedendogli davanti gli tocca accidentalmente il ginocchio lui si ritrae senza distrarsi, nel tentativo di non intralciare in nessun modo il corso degli eventi. <br /><br />Decide lui quando è il momento di smettere e non si lascia in nessun modo influenzare dalla fine corsa del treno; si possono osservare spesso alcuni esemplari rimanere all'interno del treno per finire un capitolo, un paragrafo o una riga.<br />Se il momento di fine lettura arriva prima della propria fermata, il resto del viaggio è per loro motivo di confusione e imbarazzo: dopo alcuni minuti infatti cominciano a guardarsi intorno, visibilmente agitati, persi in una realtà che non avevano considerato, considerando invece l'ipotesi di ritirare fuori il libro e ricominciarlo da capo.<br /><br />E' poi interessante notare la non-affinità tra i lettori di libri e i lettori di giornali: questi ultimi infatti si discostano completamente dallo stereotipo appena descritto. Il lettore di giornale è invadente, rumoroso, scocciato; non può ignorare chi sta parlando intorno a lui, e spesso scocca fredde occhiate a destra e a manca. <br />Tuttavia risulta notevolmente più interessante del suo cugino di serie A: osservandolo attentamente infatti non si può non notare le diverse espressioni che caratterizzano il suo volto nel corso della lettura, dalle quali si può facilmente capire l'argomento dell'articolo, il grado di disaccordo tra l'opinione del giornalista e quella del lettore, il suo interesse per la notizia e il piede con cui è sceso dal letto al mattino.<br /><br />Ci sarebbero moltri altri aspetti da analizzare, ma il lettore di fronte a me ha appena richiuso il suo libro e sta cominciando a guardarsi intorno e ad agitarsi, non vorrei si spaventasse troppo vedendomi sorridere. <br />Sapete, si tratta di esemplari piuttosto fragili e rari, vanno salvaguardarti.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-84255163628052428382009-12-02T12:04:00.000+01:002009-12-02T12:05:19.144+01:00Un post inutile che in fondo tanto inutile non è<font size="3">Ma anche si.<br />Diciamo che ha l'unico scopo di farmi riprendere i contatti con 'sto blog che nell'ultimo periodo ho un po' snobbato. E a dire il vero io all'inizio mi ero detto che avrei scritto solo quando avessi voluto, che se non mi andava più amen, ma poi boh, ci sono tante cose che inizio e poi mi stufano, e comincio a stufarmi anche di questa cosa che mi stufo, che mica posso sempre lasciar li tutto, e di questa non mi voglio stufare tanto presto, e quindi mi sembrava una buona occasione una volta tanto per continuare un'idea e sovvertire la mia indole.<br />Che io comincio un sacco di cose e non ne finisco ness<br /><br />Ahah, che burlone! come avrete intuito continuerò sulla linea dell'ilarità dilagante, dato che sono un portatore sano di simpatia [nel senso che ce l'ho ma non mi fa niente].<br /><br />Quello che mi ha fatto scrivere sto post, il motivo scatenante, la scintilla, la goccia che ha fatto traboccare il vaso, la <em>sensibile</em> che mi ha fatto risolvere nella <em>dominante</em>, l'assist che ... uhm, no questo decisamente no, vabè insomma, tutto questo e molto di più è stato il risveglio stamattina.<br /><br />Stamattina mi son svegliato e mi ci son voluti circa tre minuti per capire dove mi trovavo: ero circondato dal disordine. I mucchi di vestiti, stirati e non, avevano invaso tutto lo spazio pedonale in una protesta neanche troppo pacifica; alcuni portavano cartelli con su scritto L'entropia vive, Entropia una di noi, Forza Juve [almeno avevano buon gusto]. E poi c'era ogni sorta di oggettistica immaginabile sparsa per la stanza: libri, strumenti musicali, strumenti di tortura, un inglese che concordava con un arabo il prezzo di un cammello d'avorio indiano [sto ovviamente un po' romanzando, era un semplice cammello di legno], e via discorrendo.<br />La porta, la mia unica via d'uscita, era così lontana che per raggiungerla ho dovuto immaginarmi a bordo dell'aereo dello spot dell'amaro Montenegro, in una tempesta infuriante, un'impresa impossibile, ma dovevo farcela, pathos, alcool, demenza.<br /><br />E niente, m'è venuto da pensare che alla fine tutta l'entropia che non ho scaricato nel blog si era accumulata nella mia stanza, la cui antropomorfizzazione rappresenta inevitabilmente il mio essere interiore, e quindi dovevo riprendere a scrivere per riordinare la mia vita. Me lo dovevo.<br />[Quest'ultimo paragrafo è visibilmente di troppo, ma era necessario per portare il livello cultura/filosofia ad un valore accettabile. Tentativo fallito. Non che ci sperassi in realtà, ma ci dovevo pur provare.]<br /><br />[Comunque.]</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-46073010052129698242009-11-16T08:30:00.003+01:002009-11-16T08:51:32.229+01:00L'ignoranza e' l'oppio dei popoli<font size="3">L'altro giorno mi e' capitato di cogliere questa frase da un tipo, che diceva Marx ha detto che la religione e' l'oppio dei popoli ma io non credo sia la religione, credo piuttosto che sia l'ignoranza l'oppio dei popoli. Ecco, a me questo spunto mi ha preso un gran bene li per li, tanto che non ho piu' seguito il resto del discorso, quindi non so come l'ha argomentata lui, pero' io mi son fatto un mio discorsetto in testa, che ora cerco di esporvi.<br /><br />L'ignoranza e' l'oppio dei popoli. Nel senso che la gente ha bisogno di non sapere e di non farsi domande per riuscire a tirare avanti. Cioe', ormai la serenita' e' basata sull'indifferenza. <br />E' indubbiamente una soluzione.<br />Voglio dire, se uno comincia a guardarsi intorno ne trova di robe che danno fastidio, dalla politica alla morte, tutta una serie di scalini che spezzano il ritmo del nostro corridoio, lungo e piatto come ce lo immaginavamo. E quindi uno cosa dice, dice Vabe', io quello scalino non l'ho visto, non mi tange, resto qui a guardarmi le mie belle pareti bianche a destra e a sinistra e me ne frego di andare avanti. <br />E' una soluzione. E' la soluzione che non prevede la fatica, che Li c'e' uno scalino e non voglio sapere se dopo c'e' la felicita' suprema o un altro scalino, io qui sto, sto in piedi, e mi basta.<br /><br />Per come la vedo io, non la trovo una soluzione saggia. <br />Per come la vedo io, siamo fermi ai piedi di una scala mobile dove gli scalini ti vengono incontro, e non li puoi ignorare. <br />Per come la vedo io, l'unica soluzione e' trovare il modo di salirli sti scalini, trovare la chiave giusta e salirli uno dopo l'altro.<br />Per come la vedo io.<br /><br />E niente, mi veniva in mente questo perche' ora avrei appunto bisogno di una chiave per superare due/tre scalini, che quelli della mia scala mobile sembrano gradinate da stadio. Ve la immaginate una scala mobile con le gradinate da stadio da 50cm? <br /><br />Ah, il bello di non avere un blog a tema.<br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-68008145717254843052009-11-15T11:14:00.005+01:002009-11-15T12:08:20.725+01:00Accenni di fraternita'<font size="3">Attenzione: post che temo diverra' lungo.<br />Pre: In questi giorni sono stato ad un congresso internazionale di giovani a Roma.<br /><br />L'altro ieri ero seduto ad un tavolino con altri due amici quando mi si avvicina un francoparaguaiano e un franco francese, e il primo fa Volete che vi impari el Truco?, Vai dico io, senza sapere bene di cosa stesse parlando. Quando mi prende di mano le carte da gioco basta un attimo perche' tutti e tre noi ci tiriamo su a sedere, concentratissimi. Va a finire che ci spiega sto gioco in un italiano mezzo spagnolo e mezzo francese. Gioco tanto complicato quanto bello, ed e' molto bello [un bluff/rischio/inganno].<br />E insomma siamo li quando si avvicina uno spagnolo [un loco da Barcelona] che riconosce al volo la situazione e gli si illuminano gli occhi, e dopo un Te quiere jugar a Truco che sembra lanciare al vento, si siede lui da una parte e un argentino dall'altra. <br />E insomma giochiamo in sei a sto Truco, con sto argentino infame che faceva di tutto per ingannarci e con noi che vinciamo contro di lui e il francoparaguaiano e il Barcelonese. Posto che sarebbe un gioco sudamericano questo => priceless => li abbiamo asfaltati di prese in giro.<br />E niente, a un certo punto mi e' venuto un flash estraneatore ed atemporale, e mi veniva da pensare che questi qui neanche li ho mai visti prima, neanche mi ricordavo bene i nomi [Santiago Ramon e Lucas, ora si], ma presi in quel momento potevamo tranquillamente essere dei coinquilini che vivono assieme da un paio d'anni almeno. Ed e' stato spontaneo andare a mangiare insieme, e parlare di cose che di solito confidi solo al tuo migliore amico. E sara' una vaccata, ma scoprirsi cosi simili e affini raccontandosi le enormi differenze culturali che ci caratterizzano, non so, mi faceva stare bene.<br /><br />E poi la sera [aka la mattina] andando a letto mi e' venuto in mente un altro episodio simile, che pero' mi rendo conto che raccontarlo adesso diventa troppo [nonostante l'avvertenza d'inizio post], e quindi lo scrivero' piu' avanti. Ma prometto che lo scrivo, perche' mi ricordo che mi ha fatto stare bene. Intanto fidatevi, e comunque tutto questo per dire che, sara' una robetta normale, sara' che non si e' capito niente di quello che volevo dire, sara' anche quello che state pensando ma che non riesco ad intuire, ma:<br /><br />Post: Checchesenedica un mondo unito e' possibile, gente. Sappiatelo.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-49748732674494001042009-11-03T12:44:00.004+01:002009-11-03T13:18:21.489+01:00cosechehannopocosenso<font size="3">(<a href="http://tokyoblues39.wordpress.com/2009/06/25/cosechesonobelle/">semicit.</a>)<br /><br />Farsi il letto la mattina. Ancor di piu' il pomeriggio.<br /><br />Le partite di beneficenza tra VIPs. Se l'obiettivo sono i soldi non potete direttamente tirarli fuori voi che ce ne avete anziche' far pagare noi mentre voi vi divertite?<br /><br />Spendere 300 euro per un portatile per riuscire a fare un lavoro in treno che altrimenti non si avrebbe tempo. Lavoro con cui si guadagnera' 150 euro.<br /><br />Mio papa' al pc che mi chiede Posso chiudere questa finestra che mi e' apparsa? e tra "finestra" e "che" sentire Click.<br /><br />Mia mamma al pc.<br /><br />Mia sorella che crede che i bambini nascano tutti bianchi.<br />Mia sorella.<br /><br />Non avere il minimo interesse riguardo alla musica, restarne indifferenti. [rattle]<br /><br />"[...]anni e litigate per deciderne il colore che poi è la ruggine a far da padrona sulla recinzione" (cit.)<br /><br />Dividere per zero.<br /><br />Scrivere un post senza averne voglia solo perche' e' un pezzo che non si scrive.<br /><br />Lamentarsi.<br /><br />Tenersi l'asso di briscola fino alla fine per non sprecarlo e accorgersi al momento di usarlo che non ci sono piu' carichi.<br /><br />Stare a casa dall'universita' perche' Ho bisogno di studiare per riprendermi se no non capisco niente, e poi non studiare.<br /><br />Il pulsante di anteprima dei post che li mostra in un formato totalmente diverso da come saranno effettivamente pubblicati.<br /><br />U R L A R E !<br /><br />Usare sedici punti esclamativi quando gia' uno serve per esclamare. E usare 18 punti di domanda per chiedere Come stai??????????????????. Che boh, sembra sia colpa mia se sto.<br /><br />Cominciare a divertirsi a scrivere un post che non si voleva scrivere.<br /><br />Finire un post quando si comincia a divertirsi.<br /><br />Non finire un post quando si e' detto che sta per finire.<br /><br />Si, finirlo.<br /><br />Comunque.<br /></font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-79949349564592070722009-10-26T19:15:00.003+01:002009-10-26T19:52:01.184+01:00musica '09 - ad uso esterno<font size="3">Ed eccoci a fissare la classifica finale per la musica-con-la-m-piccola di quest'anno, che classifica non sara' visto l'indecisione del caso. <br />Mi limitero' ad incoronare il vincitore e a segnalare le buone riuscite.<br /><br />A vincere per distacco e' ancora una volta Damien Rice, con l'altro album [due ne ha fatti, povero]. L'altr'anno, che mi accorgo ora si scrive in una maniera pressoche' stratosferica, dicevo l'altr'anno [ma uau!] mi aveva stregato con <em>9</em>, il suo capolavoro piu' recente, invece per il '09 mi ha proposto il suo album di debutto, <em>O</em>.<br />Tralasciando i nomi sibillini che ancor'ora [ma uau!] mi sfuggono, posso solo dire che il suo stile molto acustico fa viaggiare. A nastro. La destinazione credo sia piuttosto soggettiva, io mi ambiento in una scogliera irlandese o in macchina su una strada deserta, ma in ogni caso fa viaggiare. Da ascoltare con propensione d'animo, ma non rappresenta prerequisito obbligatorio perche' a volte la crea direttamente lui.<br /><br />Passando invece alla rubrica Album degni di nota si propongono i seguenti [in ordine piu' o meno di gradimento]:<br /><br />- <em>Poeticherie</em> dei Cappello a Cilindro, meno bello di <em>Per non rallentare</em> ma sempre entusiasmante. Spaziano sempre dall'evocativo al festaiolo, provocando sbalzi d'umore che ti fan prendere un accidente. Tra le migliori band in Italia, peccato si siano sciolti. Curiosita': si erano piazzati al secondo posto anche lo scorso anno, sempre dietro a Damien Rice. Curioso.<br /><br />- <em>Mr.A-Z</em> di Jason Mraz. Avete presente la meteora di I'm yours? Beh, non e' una meteora. E' parte della musica e la musica la sente come pochi, meta' album e' da standing ovation, l'altra meta' stranamente anonima. Un autore che in live vale circa il doppio.<br /><br />- <em>L'amore non e' bello</em> di Dente. Sbarazzino e mai banale, ed estremamente autentico. Un cantautore che da' l'impressione di non impegnarsi troppo e che fa di questo difetto il suo pregio. Un album dall'ascolto piuttosto piacevole per ogni traccia. <br /><br />- <em>Tempi bui</em> dei Ministri. Direi brani sicuramente interessanti, qualche motivo di quelli che resta in testa e un paio di canzoni da impostare in Repeat ad libitum. Fortemente penalizzati dai video, voglio ancora sperare che non siano idee loro ma imposizioni del regista.<br /><br />A voler decretare un unico vincitore la sfida si riduce Billy Cobham con Spectrum versus O di Damien Rice. A voler decretare, ma siccome ho diviso in due classifiche proprio per non decretare, non decretero'. <br /><br />Per la cronaca il trofeo di BestAlbumEver resta ancora saldo nelle mani dell'accoppiata Brubeck-Desmond scoperta qualche anno fa. <br />Please make some noise for <em>Live at the Blue Note</em> of Dave Brubeck Quartet!</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2745641204113177390.post-20713943476288304122009-10-26T17:30:00.003+01:002009-10-26T17:45:27.924+01:00Lo standard e' non seguirlo<font size="2">ATTENZIONE! Contiene tecnicismi. </font><br /><br /><font size="3">Rabbia eh, tanta rabbia.<br /><br />Da una parte <em>min-width: 1024px</em> vuol dire quello che vuol dire, giustamente, dall'altra e' ignorato bellamente, che sembra quasi una riga commentata.<br />Da una parte <em>margin</em> e <em>padding</em> sono esterni a <em>width</em>, giustamente, dall'altra invece sono inclusi.<br />Da una parte <em>color: inherit</em> eredita il colore del padre, giustamente, dall'altra come fosse orfano.<br />Da una parte #53568e e' un bel viola, giustamente, dall'altra e' un viola-marrone inguardabile.<br /><br />E io sto CSS come dovrei farvelo? Devo farlo di gomma che si adatta ad ogni superficie? O vi allego un due metri cubi di pongo che ci potete aggiungere quello che volete a piacimento? O lo faccio come le figurine "special" che se le inclini cambiano immagine?<br /><br />Che poi quello che mi da' veramente fastidio, e' che c'e' uno standard, esiste! Voglio dire, della gente [che ne sa, non come voi buzzurri] si e' riunita e ha deciso che le cose vanno fatte cosi', che son piu' meglio. <br />E allora dico io fatele cosi anche voi, che uno poi non deve piu' rompersi la testa ogni volta per tutte ste interpretazioni diverse. Eccheddiamine!<br /><br />E che per oggi non sto a dire che e' colpa vostra, Microsoft. <br />Ma un giorno vi torno, che di cose da dirvi ne ho. <br />Ah, se ne ho. E Ah, se vi torno.<br /><br />Comunque.</font>Mircohttp://www.blogger.com/profile/00885126468600723704noreply@blogger.com1