lunedì 16 novembre 2009

L'ignoranza e' l'oppio dei popoli

L'altro giorno mi e' capitato di cogliere questa frase da un tipo, che diceva Marx ha detto che la religione e' l'oppio dei popoli ma io non credo sia la religione, credo piuttosto che sia l'ignoranza l'oppio dei popoli. Ecco, a me questo spunto mi ha preso un gran bene li per li, tanto che non ho piu' seguito il resto del discorso, quindi non so come l'ha argomentata lui, pero' io mi son fatto un mio discorsetto in testa, che ora cerco di esporvi.

L'ignoranza e' l'oppio dei popoli. Nel senso che la gente ha bisogno di non sapere e di non farsi domande per riuscire a tirare avanti. Cioe', ormai la serenita' e' basata sull'indifferenza.
E' indubbiamente una soluzione.
Voglio dire, se uno comincia a guardarsi intorno ne trova di robe che danno fastidio, dalla politica alla morte, tutta una serie di scalini che spezzano il ritmo del nostro corridoio, lungo e piatto come ce lo immaginavamo. E quindi uno cosa dice, dice Vabe', io quello scalino non l'ho visto, non mi tange, resto qui a guardarmi le mie belle pareti bianche a destra e a sinistra e me ne frego di andare avanti.
E' una soluzione. E' la soluzione che non prevede la fatica, che Li c'e' uno scalino e non voglio sapere se dopo c'e' la felicita' suprema o un altro scalino, io qui sto, sto in piedi, e mi basta.

Per come la vedo io, non la trovo una soluzione saggia.
Per come la vedo io, siamo fermi ai piedi di una scala mobile dove gli scalini ti vengono incontro, e non li puoi ignorare.
Per come la vedo io, l'unica soluzione e' trovare il modo di salirli sti scalini, trovare la chiave giusta e salirli uno dopo l'altro.
Per come la vedo io.

E niente, mi veniva in mente questo perche' ora avrei appunto bisogno di una chiave per superare due/tre scalini, che quelli della mia scala mobile sembrano gradinate da stadio. Ve la immaginate una scala mobile con le gradinate da stadio da 50cm?

Ah, il bello di non avere un blog a tema.
Comunque.

domenica 15 novembre 2009

Accenni di fraternita'

Attenzione: post che temo diverra' lungo.
Pre: In questi giorni sono stato ad un congresso internazionale di giovani a Roma.

L'altro ieri ero seduto ad un tavolino con altri due amici quando mi si avvicina un francoparaguaiano e un franco francese, e il primo fa Volete che vi impari el Truco?, Vai dico io, senza sapere bene di cosa stesse parlando. Quando mi prende di mano le carte da gioco basta un attimo perche' tutti e tre noi ci tiriamo su a sedere, concentratissimi. Va a finire che ci spiega sto gioco in un italiano mezzo spagnolo e mezzo francese. Gioco tanto complicato quanto bello, ed e' molto bello [un bluff/rischio/inganno].
E insomma siamo li quando si avvicina uno spagnolo [un loco da Barcelona] che riconosce al volo la situazione e gli si illuminano gli occhi, e dopo un Te quiere jugar a Truco che sembra lanciare al vento, si siede lui da una parte e un argentino dall'altra.
E insomma giochiamo in sei a sto Truco, con sto argentino infame che faceva di tutto per ingannarci e con noi che vinciamo contro di lui e il francoparaguaiano e il Barcelonese. Posto che sarebbe un gioco sudamericano questo => priceless => li abbiamo asfaltati di prese in giro.
E niente, a un certo punto mi e' venuto un flash estraneatore ed atemporale, e mi veniva da pensare che questi qui neanche li ho mai visti prima, neanche mi ricordavo bene i nomi [Santiago Ramon e Lucas, ora si], ma presi in quel momento potevamo tranquillamente essere dei coinquilini che vivono assieme da un paio d'anni almeno. Ed e' stato spontaneo andare a mangiare insieme, e parlare di cose che di solito confidi solo al tuo migliore amico. E sara' una vaccata, ma scoprirsi cosi simili e affini raccontandosi le enormi differenze culturali che ci caratterizzano, non so, mi faceva stare bene.

E poi la sera [aka la mattina] andando a letto mi e' venuto in mente un altro episodio simile, che pero' mi rendo conto che raccontarlo adesso diventa troppo [nonostante l'avvertenza d'inizio post], e quindi lo scrivero' piu' avanti. Ma prometto che lo scrivo, perche' mi ricordo che mi ha fatto stare bene. Intanto fidatevi, e comunque tutto questo per dire che, sara' una robetta normale, sara' che non si e' capito niente di quello che volevo dire, sara' anche quello che state pensando ma che non riesco ad intuire, ma:

Post: Checchesenedica un mondo unito e' possibile, gente. Sappiatelo.

martedì 3 novembre 2009

cosechehannopocosenso

(semicit.)

Farsi il letto la mattina. Ancor di piu' il pomeriggio.

Le partite di beneficenza tra VIPs. Se l'obiettivo sono i soldi non potete direttamente tirarli fuori voi che ce ne avete anziche' far pagare noi mentre voi vi divertite?

Spendere 300 euro per un portatile per riuscire a fare un lavoro in treno che altrimenti non si avrebbe tempo. Lavoro con cui si guadagnera' 150 euro.

Mio papa' al pc che mi chiede Posso chiudere questa finestra che mi e' apparsa? e tra "finestra" e "che" sentire Click.

Mia mamma al pc.

Mia sorella che crede che i bambini nascano tutti bianchi.
Mia sorella.

Non avere il minimo interesse riguardo alla musica, restarne indifferenti. [rattle]

"[...]anni e litigate per deciderne il colore che poi è la ruggine a far da padrona sulla recinzione" (cit.)

Dividere per zero.

Scrivere un post senza averne voglia solo perche' e' un pezzo che non si scrive.

Lamentarsi.

Tenersi l'asso di briscola fino alla fine per non sprecarlo e accorgersi al momento di usarlo che non ci sono piu' carichi.

Stare a casa dall'universita' perche' Ho bisogno di studiare per riprendermi se no non capisco niente, e poi non studiare.

Il pulsante di anteprima dei post che li mostra in un formato totalmente diverso da come saranno effettivamente pubblicati.

U R L A R E !

Usare sedici punti esclamativi quando gia' uno serve per esclamare. E usare 18 punti di domanda per chiedere Come stai??????????????????. Che boh, sembra sia colpa mia se sto.

Cominciare a divertirsi a scrivere un post che non si voleva scrivere.

Finire un post quando si comincia a divertirsi.

Non finire un post quando si e' detto che sta per finire.

Si, finirlo.

Comunque.