lunedì 29 giugno 2009

L'avevo detto io che Probabilita' e Statistica era un esame inutile

In questi giorni qui c'e' la sagra al mio paese, e a me mi hanno chiamato come ogni anno a servire ai tavoli, che e' un lavoro che a volte e' fastidioso ma poi alla fine, quando ci ripensi, ti vien da dire che e' bello, questo lavoro, perche' si sta in compagnia e si ride, e perche' poi si mangia tutti gratis. E ci si spina pure una birretta ogni tanto.

E niente, come penso in ogni sagra, c'e' pure la pesca, che se non avete presente funziona che tu gli dai un euro, ti prendi un biglietto, lo apri, e ci leggi il numero di un premio esposto o di una citta', che arrivato a 10 citta' poi ci sono altri premi piu' piccoli. Poi ti va male, e allora prendi un altro biglietto, loapricileg
giilnumerodeviacosi.

E insomma, quest'anno la legge dei grandi numeri ha deciso di fare un salto alla nostra pesca, che io alzavo gli occhi e vedevo gente che usciva continuamente con sti pacchi enormi sotto/sopra braccio. Poi entrava un bambino, usciva, si chiamava dentro tutta la famiglia, e uscivano subito dopo con un pacco a testa, di quelle situazioni che ti riappacifichi con tutti i cugini di terzo grado per farti dare una mano a portar via tutto.
Che io stavo per chiamare il centotredici perche' pensavo che stessero svaligiando il salone.

E poi mi e' venuto in mente (che io le situazioni a favore le so sfruttare eh), che ci si poteva andare anche noi alla pesca, a portarci a casa una cameretta o una cucina. E insomma mando mia sorella a pescare.

Undici euro, undici biglietti.
Esce uno con una macchina per fare il pane.
Otto citta' di quelle da premio piccolo arrivato a dieci.
Esce uno con un mobile in legno di quelli da metterci sopra il telefono.
Due numeri alti, che con i numeri alti puoi scegliere tra una spugna e un quaderno.
Esce una bimba con una bici. Una mountain-bike.
Oh oh, un numero, cinquantaquattro, grande, vediamo, quarantotto, cinquantadue, fila sotto, cinquantaquattro!

Credo sia rimasto in macchina, un berretto di lana rosso, di quelli con la pallina sopra, del diametro non superiore ai dieci centimetri.

E niente, son tornato a spinarmi una birretta.

sabato 27 giugno 2009

Cosi' fan tutti

Oggi ho letto il blog nuovo di un mio amico, posso chiamarti amico? che e' una parola molto delicata e non vorrei che poi non lo fossi piu', mio amico, che pero' a contestare sul fatto che ti ho chiamato amico vuol dire che non lo saresti neanche prima, e quindi non potresti non esserlo piu', mio amico.
Dicevo, oggi ho letto questo blog, ed essendo nuovo me lo son letto dall'inizio.
E niente, mi son imbattuto nel classico post che Vi spiego cosa significa il nome del blog sarebbe un titolo abbastanza azzeccato, a voler riassumere il post con un titolo.

Prevedo un post lungo.
Comunque.

E mi son detto Diavolo dovresti spiegarlo anche tu il nome del tuo blog senno' non e' un blog serio.
A parte che questa cosa qua, che se non si fa una cosa che fan tutti allora non diventa una cosa seria, a me non mi e' mai piaciuta, che poi ti danno del conformista a fare quello che fanno gli altri.
E comunque stavolta datemi del conformista.

Allora, comunquepunto, detto anche Comunque., in realta' c'ha un suo significato.
[discorsivo]
Son del parere che non vale la pena preoccuparsi per le situazioni in cui ci si ritrova, che ci si rovina la vita, quella bella, e basta.
Non e' menefreghismo, e' questione di dare importanza alle cose giuste.
Occuparsi, questo vale la pena, non preoccuparsi, che se una roba non va com'era nei tuoi piani hai due alternative, farne un dramma o fartela scivolare addosso in nome di qualcos'altro. Per me Qualcun'altro.
E Comunque., simboleggia proprio questo, che dopo ogni discorso, dopo ogni para mentale, ci puo' sempre stare un Comunque., a ricordarti che son cose piccole e che si va avanti.
[/discorsivo]

Ve l'ho fatta breve, perche' non mi fitta questo modo di scrivere.
[To fit e' un verbo che qui da noi non ce l'abbiamo che rende cosi bene].
Devo decisamente migliorare sullo scrivere, che le parti serie non mi riescono proprio. Non ovviamente che queste altre mi riescano, ma mi sento piu' sciolto a scriverle, come se ce le avessi gia' in testa, queste altre parti.
Forse dovrei leggere di piu'.
Decisamente.

Comunque.

giovedì 25 giugno 2009

Il problema e' quando sono io a dire Ehi fai un salto sul mio blog

Che poi questo si aspetta qualcosa, e allora io che lo so che si aspetta qualcosa, perche' glie l'ho detto io di andare sul mio blog, e quindi e' ovvio che uno si aspetta qualcosa, dicevo, io poi mi faccio assalire dai dubbi, perche' poi lo vedo per strada e questo si sente costretto a dirmi qualcosa sul mio blog, e io quando scrivo pensereiacosamidirebbesulmioblogtrovandomiperstrad...
Ecco, questo sarebbe un problema.

Che poi pensandoci non mi darebbe neanche fastidio, se uno che poi incontro per strada leggesse il mio blog, anzi forse mi farebbe piacere, che lo leggesse.
Ecco, il problema e' solo quando sono io a dire Ehi fai un salto sul mio blog.

E niente, allora e' tutto risolto.
Che io mi ero gia' allarmato.

mercoledì 17 giugno 2009

La grande cerchia

Che uno li per li non ci va a pensare, e quando si ritrova tutti sti collegamenti davanti un po' ci resta.

E niente, c'e' sto Proeta che ogni tanto mi piace leggere, e c'e' sto Spinoza che mi piace leggere piu' spesso.
Son bravi, sono.
E insomma l'admin di Spinoza (che a me sto nome gia' mi diceva qualcosa, e non era solo la prof di quarta liceo), dicevo, l'admin di Spinoza c'ha un sito. Piu' di uno.
E su uno mi viene a linkare st'altro blog, eiochemipensavo.

Ecco, qua un po' ci restai.
Che io sto blog l'avevo visto tempo fa, e mi piaceva come scriveva, il tipo di sto blog, e insomma l'avevo perso di vista, e adesso l'avevo ritrovato, no?
E allora mi faccio un po' un giro, su sto blog che ho ritrovato, e scopro che sto tipo ha fatto anche il sito di Paolo Nori.

Ecco, qua ci restai un po' di piu'.
Che io son due mesi che ho cominciato a leggere dei libri, e sto Paolo Nori l'avevo letto, e mi piaceva pure.
E niente, vien fuori che Spinoza e' il titolo di un libro di Paolo Nori che mi piaceva, che e' anche il sito tirato su da questo e quello, che mi piace leggere piu' spesso.
E che su Spinoza ci va pure il Proeta, a leggere i post.
Ogni tanto.
Cioe', non so ogni quanto, ma c'era un suo commento una volta, su un post.

Comunque.

Stavo pensando che dovrei cambiare modo di scrivere, usare meno punti e piu' virgole, e ripetere le cose, e cominciare con "E niente", "E insomma", che anche Paolo Nori lo fa.
A me piace.
Poi stavo pensando che io un modo di scrivere non ce l'ho, non ho mai scritto io, quindi dovrebbe riuscirmi semplice, a cambiare.

E niente, pensavo questo.
E poi pensavo che e' bello che quelli che mi piace leggere si conoscono tutti, che e' bello che ho ritrovato il blog che mi piaceva leggere. E poi pensavo che di Paolo Nori mi son piaciuti due tre libri, gli altri no.

Comunque.

martedì 16 giugno 2009

Odio la California.

In California c'e' il sole.
Odio il sole. Cioe', quello che scotta.
(Non che ci sia un'altro sole che non scotta, intendo *quando* scotta. Ecco.)
Odio il sole, quando scotta.
(Non che a volte il sole non scotti, eh. Voglio dire, il sole scotta di per se'. Intendo
masonosicurochemiavetecapito)

Comunque.

Non e' per questo che odio la California. (Anche se aiuta)
Devo integrare un software di una ditta Californiana con il sistema informativo di una ditta italiana. Mi servono le API del software della ditta Californiana.
(Vi risparmio la ricerca su google: mi serve la documentazione/risorse necessarie per interagire con tale software).
Mi servono le API (e daje).
La ditta italiana scrive una mail alla ditta Californiana chiedendo le suddette. (API)

Tsk.

Che voglio dire, figuriamoci quanto glie ne puo' fregare alla ditta Californiana della ditta italiana.

Risultato: io mi trovo senza API e devo reinventarmi il tutto.
No no, non sono gia' in ritardo e incasinato con quello che dovevo fare.

Si, lo sono.

Comunque.
Mi sono accorto che ho scritto Californiana con la c grande e italiana con la i piccola. Ma non ho commenti/conclusioni a riguardo.
Che sia grave?

Tra l'altro non sono mai stato in California.
Non mi piacerebbe, andarci.
In Irlanda mi piacerebbe andare. Tornare.

Comunque.

lunedì 15 giugno 2009

"Demotivato,

in alcuni momenti mi sento davvero moooltomoltomoltomoltomooolto demotivato".
Oggi si.
Che poi anche a far niente ci si stufa, eh. Soprattutto quando non puoi.
Fare niente intendo. Ma tant'e'.
Mi piace questa espressione. Ma tant'e'. Che con sta tastiera
mannaggiaciavesseunaccento rende meno. Ma tant'e'.

Oh, vuoto. Zero.
Dai che tra un'ora c'ho il calcetto e mi finisce anche sto giorno studioso/lavorativo.
Dai e' inteso a spronare.
Me, non il giorno.
Cioe', "Dai, Mirco, che tra un'ora c'hai il calcetto e ti finisce anche sto giorno studioso/lavorativo. E se vai avanti cosi' resta del tutto improduttivo".
In effetti cosi' rende meglio. Anche perche' ci ho aggiunto l'ultima frase.
Forse piu' per quello.
No no, piu' per il "Mirco".
Che poi, saran le virgolette, ma il discorso diretto proprio non mi va.

Comunque.