domenica 15 novembre 2009

Accenni di fraternita'

Attenzione: post che temo diverra' lungo.
Pre: In questi giorni sono stato ad un congresso internazionale di giovani a Roma.

L'altro ieri ero seduto ad un tavolino con altri due amici quando mi si avvicina un francoparaguaiano e un franco francese, e il primo fa Volete che vi impari el Truco?, Vai dico io, senza sapere bene di cosa stesse parlando. Quando mi prende di mano le carte da gioco basta un attimo perche' tutti e tre noi ci tiriamo su a sedere, concentratissimi. Va a finire che ci spiega sto gioco in un italiano mezzo spagnolo e mezzo francese. Gioco tanto complicato quanto bello, ed e' molto bello [un bluff/rischio/inganno].
E insomma siamo li quando si avvicina uno spagnolo [un loco da Barcelona] che riconosce al volo la situazione e gli si illuminano gli occhi, e dopo un Te quiere jugar a Truco che sembra lanciare al vento, si siede lui da una parte e un argentino dall'altra.
E insomma giochiamo in sei a sto Truco, con sto argentino infame che faceva di tutto per ingannarci e con noi che vinciamo contro di lui e il francoparaguaiano e il Barcelonese. Posto che sarebbe un gioco sudamericano questo => priceless => li abbiamo asfaltati di prese in giro.
E niente, a un certo punto mi e' venuto un flash estraneatore ed atemporale, e mi veniva da pensare che questi qui neanche li ho mai visti prima, neanche mi ricordavo bene i nomi [Santiago Ramon e Lucas, ora si], ma presi in quel momento potevamo tranquillamente essere dei coinquilini che vivono assieme da un paio d'anni almeno. Ed e' stato spontaneo andare a mangiare insieme, e parlare di cose che di solito confidi solo al tuo migliore amico. E sara' una vaccata, ma scoprirsi cosi simili e affini raccontandosi le enormi differenze culturali che ci caratterizzano, non so, mi faceva stare bene.

E poi la sera [aka la mattina] andando a letto mi e' venuto in mente un altro episodio simile, che pero' mi rendo conto che raccontarlo adesso diventa troppo [nonostante l'avvertenza d'inizio post], e quindi lo scrivero' piu' avanti. Ma prometto che lo scrivo, perche' mi ricordo che mi ha fatto stare bene. Intanto fidatevi, e comunque tutto questo per dire che, sara' una robetta normale, sara' che non si e' capito niente di quello che volevo dire, sara' anche quello che state pensando ma che non riesco ad intuire, ma:

Post: Checchesenedica un mondo unito e' possibile, gente. Sappiatelo.

6 commenti:

  1. Ma io conto sette partecipanti, chi è che non ha giocato?
    E cmq è talmente bello da soppiantare la briscola vigliacca? (occhio, che ti sbilanci eh)

    [per un attimo avevo sperato che el Truco avesse a che fare con carte e un accendino, ma questa è un'altra storia.]

    RispondiElimina
  2. Il Perry Mason che c'e' in me mi fa sospettare che tu conosca un omonimo gioco che coinvolga, oltre alle carte, il suddetto accendino. Indaghero'.

    Il franco francese diserto' per manifesta incapacita' mentale di capire le regole, e per quel che riguarda il gioco si, e' talmente.

    RispondiElimina
  3. Anch'io sono un'incapace mentale come il francese, perchè in Argentina, tipo trecento anni fa, alcuni miei amici ci hanno provato in svariati modi ad insegnarmi il Truco, e sono ancora lì che ridono, nonostante i trecento anni. Per quel poco che ho capito del gioco, però, ancora rido anch'io. Mi piaceva giocarci, perchè alla fine mi prendevano in giro e ridavamo un sacco.
    El Truco, ma cosa mi vai a tirare fuori! Dio mio! :-D
    E poi è proprio vero, che è possibile un mondo unito. Dal Truco.

    RispondiElimina
  4. Ahah, grandissima! Ma sei un highlander?! :D
    Sai, noi si partiva da una base di giochi con le carte non indifferente, e poi si puntava tutto sull'orgoglio! *Dovevamo* impararlo.

    E poi è proprio bello, quando si parte dalle piccole cose. Dal Truco.

    RispondiElimina