giovedì 3 dicembre 2009

Il popolo del treno - il lettore

Oggi comincerò una saga riguardante il magico mondo dei pendolari, ovvero tutti quei personaggi che per diletto o dovere prendono il treno ogni giorno o quasi. La categoria scelta per la prima puntata è quella dei cosidetti lettori.

Il lettore medio prende posto vicino al finestrino, e vi si appoggia con la testa. Spesso sorregge il libro con la mano sinistra, mentre quella destra è impegnata a massaggiare le meningi o a sostenere il mento. E' talmente immerso nella lettura che sembra non badare alle chiacchere di chi gli siede davanti; solo ogni tanto socchiude il libro, alza la testa e guarda fuori, quasi a ripercorrere i tratti salienti della storia che lo sta intrattenendo. Come se il libro lo stesse scrivendo lui.
Poi improvvisamente ricomincia.

Considera gli altri passeggeri come parte del romanzo, non li disprezza dall'alto del suo ruolo ma anzi, a volte li osserva affascinato. Se uno sedendogli davanti gli tocca accidentalmente il ginocchio lui si ritrae senza distrarsi, nel tentativo di non intralciare in nessun modo il corso degli eventi.

Decide lui quando è il momento di smettere e non si lascia in nessun modo influenzare dalla fine corsa del treno; si possono osservare spesso alcuni esemplari rimanere all'interno del treno per finire un capitolo, un paragrafo o una riga.
Se il momento di fine lettura arriva prima della propria fermata, il resto del viaggio è per loro motivo di confusione e imbarazzo: dopo alcuni minuti infatti cominciano a guardarsi intorno, visibilmente agitati, persi in una realtà che non avevano considerato, considerando invece l'ipotesi di ritirare fuori il libro e ricominciarlo da capo.

E' poi interessante notare la non-affinità tra i lettori di libri e i lettori di giornali: questi ultimi infatti si discostano completamente dallo stereotipo appena descritto. Il lettore di giornale è invadente, rumoroso, scocciato; non può ignorare chi sta parlando intorno a lui, e spesso scocca fredde occhiate a destra e a manca.
Tuttavia risulta notevolmente più interessante del suo cugino di serie A: osservandolo attentamente infatti non si può non notare le diverse espressioni che caratterizzano il suo volto nel corso della lettura, dalle quali si può facilmente capire l'argomento dell'articolo, il grado di disaccordo tra l'opinione del giornalista e quella del lettore, il suo interesse per la notizia e il piede con cui è sceso dal letto al mattino.

Ci sarebbero moltri altri aspetti da analizzare, ma il lettore di fronte a me ha appena richiuso il suo libro e sta cominciando a guardarsi intorno e ad agitarsi, non vorrei si spaventasse troppo vedendomi sorridere.
Sapete, si tratta di esemplari piuttosto fragili e rari, vanno salvaguardarti.

Comunque.

2 commenti:

  1. Mi sono reso conto che io della vita pendolare non so na ciolla.
    non sono mai andato a scuola in bus o treno, e sta cosa del treno un po' mi affascina.

    Cosa faccio? Mi iscrivo pure io a ingegneria? :P

    RispondiElimina
  2. Prova con la prima uscita di "Treni, che passione" a soli 1,99 euri.

    Comincia a scivolare, son gia' un po' piu' ometto. [cfr. qualche commento fa'.] ~_~

    RispondiElimina