sabato 15 agosto 2009

Le cronache di Carnia - 4: la montagna

Mercoledi' sera, mio papa' mi annuncia che l'indomani e' il giorno buono per andare a raggiungere quella maledetta croce, a 2058 metri, che da qualche anno ormai ci sbeffeggia. Diciamo che non abbiamo mai avuto l'occasione di andarci, ecco.
Li' per li' (#5), non so perche', non avevo neanche badato piu' di tanto alla frase Viene anche un tipo qua del posto, perche' il sentiero e' difficile da prendere.
Errore.

Giovedi mattina, ore 6.15, rampante, gia' fatto colazione, non vedo l'ora di uscire a guadagnarmi il panorama. Errore.

Questo tipo del posto era un vecchietto di 72 anni, che del posto non era perche' veniva da Mestre, e che nel tragitto in macchina per arrivare sotto il monte, vantava il suo curriculum da sherpa. Se c'e' una cosa che non sopporto, son quelli che si vantano.

Partiamo, e dopo 5 (e dico 5) minuti, l'ometto comincia a farci notare che la strada tira, che adesso si fa fatica, ma dopo e' anche peggio. Basta uno scambio d'occhiate con mio padre, per capire che non era una mia impressione che in realta' per ora era semplice.
Dieci minuti dopo, la nostra guida scorge un masso sul sentiero, e ne approffitta per chiamare una pausa, che Domenica prossima devo fare la corsa in montagna, non voglio tirarmi il collo oggi. Ribrezzo. Punto uno, perche' non si fanno pause in montagna!, soprattutto non dopo 15 minuti. Punto due, perche' se non ti vuoi tirare il collo (dammit) stattene a casa. Che poi, se c'e' una cosa che non sopporto, son quelli che fanno le pause in montagna.

E niente, dopo qualche minuto si riparte, sempre con sta macchinetta spara parole. Sembrava non esistessero i punti nella sua mente. Voglio dire, faceva un discorso, lo argomentava, lo chiudeva, e quando qualsiasi persona razionale pensava Ecco, qui ci sta il punto, no, lui metteva una virgola, una congiunzione (che tra l'altro non andrebbe preceduta da virgola, ma tant'e') e ne cominciava un'altro, di discorso. In montagna, dove la parte bella e' farsi avvolgere dai rumori della natura o rintanarsi nel silenzio. Che se c'e' una cosa che non sopporto, son quelli che parlano quando non si dovrebbe.

E insomma, questa tortura dura ancora altre due ore, fino a quando, gia' arrivati in cima, mio papa' e' costretto a scendere di 100 metri per andare a prendere lo sherpa che si era bloccato. Unica pausa quando decido di avventurarmi da solo verso un avvallamento, che sembrava panoramico, ma che panoramico non era. Dieci minuti dove posso finalmente accelerare il passo e soprattutto godere della quiete.

A voler coronare il tutto, arriviamo in cima e, ta-dah: nuvole. Ora, il bello di solito e' arrivare in cima, fare l'ultimo passo, e spalancare la bocca di fronte al panorama che spunta. Nuvole, non si vedeva altro che nuvole.

A dover coronare il tutto, per scendere ci sarebbe stato il piu' invitante dei ghiaioni, di quelli che ti fai trasportare, che ti porti dietro mezza montagna e in 5 minuti sei a valle, di quelli da levarsi lo zaino e usarlo come bob. Ma, ovviamente, avevamo uno sherpa da guidare verso casa. Che se c'e' una cosa che non sopporto, e' quel vecchietto.

Per coronare, infine, il tutto, nei metri finali colgo una parte del discorso che l'ometto stava concludendo tra se e se, ad alta voce, dalla cima della montagna. Mi sembra fosse qualcosa come Eh si, perche' a Venezia son tutti comunisti.
Ah ecco, volevo ben dire.

E con questa perla chiudo la serie dei post dedicati alla mia meravigliosa settimana di vacanza, che a voler/dover/per, infine, essere sinceri, meravigliosa lo e' stata, tutto sommato. Ma senza fare i conti precisi, eh.

Comunque.

2 commenti:

  1. Questa è una storia discretamente divertente.
    Sherpa de sta ceppa comunque, eh?

    certo che pure voi, da un mestrino di mille anni vi fate accompagnare in montagna?
    Dalla dubbia statura morale tra l'altro..

    (ps: le nuvole fanno parte del disegno divino, è karma che si accumula e che ti ritornerà sotto forma di eventi positivi, tipo goa..mmh..numeri sensaz...uhm...tiri nello specchio!!!)

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  2. Eh, c'hai ragione, colpa nostra. L'inesperienza paga. (almeno lei)

    (tiri nello specchio?! ... magari... :D )

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